40° Anniversario di Attività
“In occasione del 40° anniversario di attività mi sono sentita di scrivere questa riflessione sull’ esperienza produttiva e di mercato vissute nella nostra azienda, accompagnata da un riconoscente omaggio alla carriera artigianale e alla dedizione al lavoro di mio padre. E’ un elogio alla laboriosità e ai meriti dell’ artigiano che può valere come testimonianza ed esempio per tante altre realtà della piccola impresa e del mondo del lavoro che caratterizzano in positivo la nostra economia locale.
L’ articolo è stato pubblicato in forma ridotta sul mensile locale correggese
“Primo piano” in uscita a maggio”
“La vita comincia a 40 anni” è il titolo di un film degli anni ’30, nonché l’incipit di svariati libri. Una frase con cui si augura a chi li raggiunge l’inizio di una consapevolezza e di una maturità nuove. Non è il caso della vita lavorativa di una persona che dopo 40 anni di fatica inizia giustamente a pregustare il meritato riposo. Altra realtà è la vita di un’attività aziendale che da 40 anni è sul mercato del lavoro e può orgogliosamente condividere il proprio traguardo. Parlo della nostra impresa artigiana, la FP Oleodinamica di Correggio, specializzata nella costruzione e riparazione di cilindri oleodinamici che in occasione del 40° anno di attività ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere un traguardo così importante. Tutto ciò avviene in un periodo che ormai da anni vede arrancare ditte e imprese artigiane alla ricerca di stabilità, ripresa economica e riconoscimento come realtà, anche se piccole, importanti per la nostra economia.
In FP tutto ebbe inizio nei primi mesi del 1978, quando Franco Ferretti e Ilio Pregreffi decisero di mettersi in gioco rinunciando a ruoli di responsabilità nell’allora fabbrica “Ognibene Olmes” a cui devono gran parte della loro esperienza lavorativa. Franco ed Ilio pensarono di investire su loro stessi, Franco come saldatore, Ilio come tornitore, di credere nelle loro possibilità, nonostante le enormi difficoltà iniziali, soprattutto economiche, le responsabilità, i sacrifici e le rinunce che tutto questo avrebbe comportato.
Nel maggio 1978 “occuparono” la vecchia taverna di casa Pregreffi in via Fossa Ronchi trasformandola in postazione lavorativa e iniziando questa avventura artigiana pieni di voglia e coraggio più che di possibilità economiche e materiali. Nel 1980 entrarono in società le mogli Anna e Mariella che con pazienza e sostegno hanno sempre supportato i rispettivi mariti Ilio e Franco; nel 1986 ci fu la grande svolta che portò i soci a “costruire” un capannone dietro l’abitazione di Pregreffi permettendo di investire in attrezzature, macchinari e in risorse umane, con le prime assunzioni di personale nel 1987.
Negli anni a seguire l’attività ha goduto di un riscontro molto positivo grazie ad un mix di merito, fortuna, perseveranza e commercio fiorente e tutto ne ha tratto beneficio. Si guardava al futuro con ottimismo, voglia di fare, incentivati ad investire sempre di più. C’era la fiducia che le cose potessero migliorare sempre, a volte si è anche rischiato peccando di presunzione nella certezza di raccogliere frutti sempre migliori. Ma in questi quarant’anni si sono affrontati anche momenti di crisi, come l’ultima del 2008 che ha colpito indifferentemente tutte le realtà di ogni settore, portando soprattutto difficoltà economiche nelle imprese e nelle famiglie; non per questo è venuta a mancare la correttezza nella continuità dei pagamenti verso i dipendenti e i fornitori, rischiando anche di sopperirvi, talvolta, con i risparmi personali. A mio avviso il garantire una sicurezza sul piano della continuità lavorativa, grazie anche all’esperienza, alla serietà, al rispetto nei rapporti commerciali e umani, alla dedizione e all’impegno, è un merito e una qualità che fanno la differenza.
Purtroppo oggi aleggia più arrendevolezza, nella vita delle imprese. Si prova un po’ di sgomento nel vedere tante realtà artigiane chiudere i battenti non sempre per incapacità personali e professionali ma anche a causa dei costanti aggravi fiscali, delle concorrenze non sempre leali e di una pesante burocrazia che limita e ostacola il lavoro e l’impresa artigianali. Penso che non serva necessariamente aspirare a traguardi multinazionali, ambire a mercati più grandi delle proprie possibilità, lavorare per la sete di fama e guadagno. Accontentarsi non significa essere secondi a qualcuno, sminuire la propria piccola realtà
aziendale, ma accettare i propri limiti, riconoscere i punti di forza e le qualità ed essere consci di dove si può e si vuole arrivare. Non sempre l’innovazione, l’investimento, l’esportazione, la diversificazione sono i fattori esclusivi che permettono di portare avanti le realtà aziendali; soprattutto in ambito di artigianato, vediamo che spesso sono la coerenza, l’umiltà, la continuità di una tipologia di lavoro che solo apparentemente sembra statica ma che, invece, garantisce all’impresa un proprio spazio all’interno di questo grande mercato economico globale dove competizione, tecnologia, internazionalizzazione prendono sempre più il sopravvento.
In questi 40 anni la nostra ditta ha cercato di trasmettere la volontà di soddisfare le aspettative di una clientela diversificata, di far lavorare tutto il personale in un ambiente famigliare sano, corretto. Ha cercato di insegnare un mestiere, oltre che instaurare un rapporto di reciproca fiducia e stima, di elevare la passione che ha sempre accompagnato i soci. Forse avremmo potuto fare di più, ambire a target maggiori, ma penso che l’umiltà nel porsi in azienda e come azienda e la riconoscenza delle persone con cui si lavora ripaghino i tanti sforzi e diano quelle soddisfazioni di cui possiamo essere orgogliosi.
Un Grazie sincero e profondo, con affetto e gratitudine a Franco Ferretti che per 35 anni ha affiancato mio padre in questo lungo viaggio e in questa bella esperienza. Ringrazio personalmente mio padre, Ilio Pregreffi, che ha permesso la continuità della ditta con enorme fatica e sacrificio e che merita tutta la mia stima e riconoscenza. Una presenza determinante che incarna tutta la passione e la dedizione per il lavoro di tornitore artigiano, a cui si illuminano ancora gli occhi lavorando sul tornio come 50 anni fa. Essere un artigiano oggi, come mio padre, vuol dire mettere da parte l’ambizione e farsi trainare dal sentimento e dalla soddisfazione nel vedere il proprio operato come traguardo di esperienza, merito e voglia di lavorare, qualità non sempre scontate.
Un grazie a tutti coloro che ci sono stati e ci sono vicini. Buon lavoro e buona vita a tutti.
Katia Pregreffi